Francesco Gennaro, l’artista etneo che sussurra alla pietra

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SAN GIOVANNI LA PUNTA – Affronta un tema di tragica attualità come quello della violenza sulle donne. E lo fa attraverso la scultura. I suoi “volti di donna”, in pietra lavica o in marmo, campeggiano in molte manifestazioni antiviolenza organizzate in provincia. Ultima in ordine cronologico quella svoltasi a Valverde nelle scorse settimane. Parliamo dello scultore Francesco Gennaro, 60 anni, ma non li dimostra.

L’artista etneo racconta di come l’arte si sia impossessata di lui sin dalla tenera età e di come gli sia servita negli anni per conversare con il mondo esterno.

“La passione per la scultura è nata in maniera spontanea, da ragazzino, quando a tavola la sera mangiavo soltanto la crosta del pane mettendo via la mollica per poterne modellare piccole forme, per fare animaletti che poi animavo”, racconta.  

Francesco Gennaro ha un gran dono nelle mani: trasforma la pietra in materia vivente, non prima di averle “sussurrato” di lasciarsi modellare…

Cosa vuole esprimere attraverso l’arte?
“Quella poesia nascosta che c’è in ogni uomo, utilizzando la poesia nascosta, l’energia vitale, che c’è dentro ogni materiale che scelgo di modellare…”

Per fare arte bisogna averla studiata
“Lo studio della storia dell’Arte affina sensibilità e adiacenza al tempo che vivi, arricchendo umiltà e consapevolezza dei tuoi limiti. Io ho avuto un maestro in questo, mio padre. Un uomo creativo. Insegnava alla scuola professionale e talvolta portava a casa il frutto delle sue lezioni, la fusione dei metalli: un cammello, uno stemma, elegantissimi porta vasi… Quegli oggetti mi intrigavano e mi hanno fortemente influenzato. La formazione all’Estetica si perfezionò al Liceo Artistico Emilio Greco di Catania, contestualmente alla frequentazione di ambienti artistici del panorama catanese degli anni Settanta/Ottanta”.

Quali materiali usa prevalentemente?
“Tutti quelli che mi consentono di raggiungere… emozione; a volte ho l’impressione che sia la materia ad usare me.”

Qual è la materia che preferisce scolpire?
“Per la scultura a levare, la pietra, sia quella lavica dell’Etna, sia la cosiddetta splendente, il marmo; mentre il modellato plastico, come l’argilla e la cera, grazie alla sua duttilità, per la realizzazione di ritratti o di bozzetti preparatori”.

Dove trova i materiali per le sue opere?
“In natura. Si trovano pietre bellissime. Al mare, addirittura, pietre già lavorate dalle onde, già compatte e levigate. Recentemente ho lavorato con un frammento di marmo verde di Taormina, una roccia che si trova alle pendici dei Monti Peloritani, che conteneva una forma di… sirena.”

Ha un soggetto preferito da scolpire?
“Il corpo umano. Racchiude tutte le forme immaginabili, curve, linee, movimento.”

Lei spesso espone. Che effetto le fa?
“Godere dell’ammirazione del pubblico mi riempie di orgoglio, quando poi, qualcuno decide di avermi “ospite fisso” presso la propria dimora si moltiplica il piacere, onorandomi”.

Se potesse incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederebbe?
“Senza alcun dubbio a Pablo Picasso, geniale rivoluzionario dell’Arte al quale chiederei di seguirlo nel suo atelier e ovunque lui volesse”.

Chi è il suo artista contemporaneo preferito?
“Vasilij Vasil’evič Kandinskij, un pittore russo, precursore e fondatore della pittura astratta. Punto, linea, superficie…”

Se potesse modellare un messaggio quale sceglierebbe?
“L’Arte è l’antidoto alla violenza. Da sempre ho la convinzione che l’Arte esprima una funzione sociale determinante quale contributo all’evoluzione dell’Umanità. L’ultima mia creazione tratta un tema doloroso, la violenza perpetrata ai danni della donna, che presto metterò al servizio di un’opera multidisciplinare sul tema.”

CARMELO DI MAURO

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