Tra le attività della Pro Loco “Campanarazzu APS” di Misterbianco c’è una staffetta della solidarietà che da settimane non si arresta, anzi si fa strada e trae risorse dal cammino stesso: dalle iniziative, agli incontri, alla rete di donne e uomini che, dentro e fuori il perimetro cittadino, portano in cordata un obiettivo comune, inclusivo, educante. E provano, è proprio il caso di dirlo, a non far cadere la palla.
IL VIAGGIO
Infatti, questa storia può essere raccontata proprio attraverso un pallone che ha cominciato il suo viaggio dal triangolare di calcio che il 7 dicembre scorso hanno giocato al “Valentino Mazzola” una formazione dell’amministrazione comunale misterbianchese, una dell’Unione Stampa Sportiva Italiana e una delle All Stars Sicilia. Poche settimane dopo, arricchito dalle firme dei giocatori, lo stesso pallone è sceso in piazza accanto alla Befana, all’interno di una raccolta fondi per cui è stato scelto come premio per la prima estrazione. Se il ricavato della raccolta è stato interamente devoluto alla sezione catanese dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, il pallone ha proseguito il suo viaggio, scavalcando non solo le mura cittadine, ma anche mura di ben altro spessore.
L’INCONTRO
Il cittadino che si è accaparrato il primo estratto ha infatti riconsegnato questo pallone alla Pro-Loco Campanarazzu con un incarico ben preciso: farne dono a dei ragazzi che potessero apprezzarlo particolarmente. È da questo viaggio della solidarietà che è nato l’incontro (v. foto) con la direttrice dell’Istituto Penale per Minorenni di Catania-Bicocca, dottoressa Maria Covato, che ha ricevuto i referenti della Pro-Loco insieme al vice comandante del reparto di Polizia Penitenziaria dell’Istituto catanese, il Sostituto Commissario Giovanni Cuddè, alla presenza di una rappresentanza dei Funzionari della Professionalità Pedagogica e dei Mediatori Culturali operanti nella struttura.
LA SPERANZA
Un dono piccolo, simbolico che ha tuttavia travalicato i limiti di una mera formalità tra rappresentanze, facendosi ulteriore e sostanziosa tappa di questa cordata. Quaranta minuti in cui si è provato a incrociare i bisogni della popolazione giovanile ristretta e le molte ipotesi di un terzo settore che vuole farsi sempre più prossimo e supportivo, vibrando come un funambolo tra le difficoltà di reperimento delle risorse e la necessità di continuare a investire in una comunità educante. Molti gli appunti e gli spunti presi da questo incontro, le ipotesi da passare al vaglio nelle settimane a venire, al rientro tra le proprie fila, poiché quel che resta di vitale importanza, una volta di più, è che questo pallone non cada, ma prosegua ancora il suo viaggio…