Il varicocele femminile, come riconoscerlo e curarlo

Cos’è il varicocele femminile?

Il varicocele pelvico, o femminile, è la dilatazione patologica delle vene ovariche.

E’ una condizione non sempre riconosciuta dal medico curante e può essere confusa con diversi altri disturbi con ritardo nella diagnosi. Statisticamente si calcola che il 15% delle donne in età fertile abbia un varicocele pelvico. Tra tutte le donne che soffrono di dolore pelvico cronico si calcola che nel 30% il varicocele è la causa unica di questi dolori.

Quali sono i sintomi?

  • dolore di varia intensità al basso addome che dura da più di 6 mesi, peggiora la sera e si riduce al mattino;
  • dolore durante i rapporti sessuali;
  • dolori durante il ciclo mestruale;
  • sintomi gastrointestinali;
  • dilatazioni delle vene superficiali della parte inferiore della vagina e della vulva.

Cosa fare?

Nel sospetto di varicocele pelvico occorre eseguire una visita ginecologica con ecografia endocavitaria, per escludere malattie di natura infiammatoria e valutare la presenza di vene dilatate (varicosità) in regione pelvica. Per confermare la diagnosi, può essere necessaria un’indagine di secondo livello come la Risonanza Magnetica (RM) o la Tomografia Computerizzata (TC).

Come si cura?

La terapia medica si basa sull’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) in grado di alleviare la sintomatologia dolorosa. Se la terapia farmacologica si rileva inefficace, la scleroembolizzazione del varicocele pelvico rappresenta il trattamento di scelta in grado di alleviare o eliminare definitivamente i sintomi.

Tale tipo di trattamento è eseguito dal radiologo interventista in sala angiografica in anestesia locale.

La procedura step by step

In sede inguinale destra, viene punta, sotto guida ecografica, la vena femorale. Si introduce, quindi, un catetere ed una guida che vengono utilizzati per giungere sino in corrispondenza della vena ovarica dilatata. A questo punto iniettando una piccola quantità di liquido di contrasto si visualizza il varicocele e le vene che lo compongono. Si inietta quindi una piccola quantità di un farmaco a base di alcool (Atossisclerol) e, se necessario, piccole spirali metalliche che producono la chiusura (embolizzazione) delle vene dilatate. Terminata la procedura si estrae il catetere, si esegue una leggera compressione sul sito di puntura e la paziente rimane in osservazione per qualche ora. In genere la dimissione avviene lo stesso giorno della procedura e la paziente può tornare a casa con la prescrizione di una settimana di riposo.

Una procedura semplice, veloce ed efficace per migliorare la qualità di vita se non, talvolta, risolvere definitivamente questo problema.

                                                            Dott. Vincenzo Magnano San Lio e il suo staff

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