Pittura, i colori e lo stile del maestro Benedetto Poma

CATANIA – Catanese dalla nascita, classe 1968, lui è l’artista Benedetto Poma. Frequenta l’Istituto statale d’Arte di Catania e si laurea nel 1999 in architettura presso l’Università degli Studi di Reggio Calabria. Spinto dall’amore incondizionato nei confronti della pittura inizia a dipingere sin da giovanissimo. Dipinti e opere che rilevano la sua completezza artistica perché, come ben sa fare il maestro Poma, esse si fanno sintesi fra pittura contemporanea, architettura senza tempo e cultura classica.

Il mio “daimon”
«Sin dalla mia infanzia – commenta Poma al nostro magazine – sentivo un qualcosa dentro che il mio essere non riusciva a decodificare, non avevo ovviamente quella consapevolezza nonostante i “moti irrazionali del mio animo”  mi spingevano alla vista di un qualsiasi colore che avessi davanti agli occhi e che mi portava a fare qualcosa di più che un semplice scarabocchio infantile. Ognuno di noi nasce con un innato spirito guida che inconsciamente ci allontana dalla realtà e ci conduce in un preciso momento alchemico al mondo dell’arte. Io compresi sin dai tempi della scuola di essere un po’ “fuori dalle regole”, avvolte “bizzarro”, il mio sogno era quello di coltivare il mio talento e di seguire la traccia indicata dal mio “daimon”».

Le tecniche
Non a caso lo studio della storia dell’arte, il recupero della memoria e delle tradizioni, la continua ricerca di motivazioni e principi che hanno ispirato i grandi capolavori, la curiosità di arrivare a scoprire i segreti delle loro tecniche progettuali ed esecutive, sono gli indizi centrali che Benedetto Poma che ha inteso coordinare negli orientamenti del cammino della propria avventura creativa.

Un linguaggio figurativo
«E’ come se colore, pittura ed immagini mi venissero continuamente a bussare alla porta. Come se – continua l’artista – il mio mondo fosse legato alla “parola” data da un linguaggio prettamente figurativo. Questa mia visione prende il giusto significato se penso che anche la storia su questo dice la sua. Se riflettiamo infatti, nella preistoria, tra le tracce delle prime civiltà umane, troviamo spesso raffigurate delle impronte di mani: più che la parola quindi, mi viene da pensare che l’uomo aveva destinato alle immagini, già a quei tempi, una funzione prevalente per comunicare qualcosa».

La galleria d’arte
Abbandonarsi alla visione delle opere di Benedetto Poma all’interno della sua Galleria d’Arte ubicata nella storica via Vittorio Emanuele II al civico 139 di Catania, non è cosa difficile, entrare e perdersi in un sentimento di ammaliante mistero fra opere dove ad evocarle è il “patos” del poeta stesso e spesso l’amore verso la sua Terra, la Sicilia, con le sue meraviglie e le sue paradossali debolezze.

Le opere
«Renato Guttuso – continua Benedetto Poma – a cui spesso faccio riferimento, affermava che un artista si deve riconoscere non dalla sua firma ma bensì dal suo quadro, l’opera stessa deve evocarne la personalità e l’unicità del pittore, essa stessa ne è la firma».

Dal 1981 il maestro Poma partecipa a svariate mostre nazionali ed internazionali. Uno dei tanti momenti significati della sua carriera artistica, è sicuramente quello del 1999 quando viene ricevuto in Vaticano per consegnare a Papa Giovanni Paolo II l’icona sacra della Madonna dell’Aiuto. Tante le collezioni di opere realizzate come ad esempio “Le sirene di Ulisse”, un canto poetico dell’artista, il cui filo conduttore giunge dal passato, ma si fa presente nella sua pittura. Nei dipinti di questa straordinaria collezione sono riportate le 19 gemme incise (databili dal V-IV sec. a.C sino al I sec), ed oggi custodite all’interno del Museo Mandralisca di Cefalù. Un’altra collezione di notevole importanza è  “Un Regno nel Sole” simbolo del percorso storico-culturale che l’artista Benedetto Poma traccia da Ruggero II d’Altavilla a Federico II di Svevia. Una rilettura contemporanea di un patrimonio storico, artistico, iconografico e antropologico che, nelle opere di Poma, si traduce in architetture sospese, visioni surreali, e preziosi particolari. Le 22 opere simboleggiano un omaggio alle città di Cefalù, Palermo, Monreale, Catania e Mazara del Vallo.


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