La gestione multidisciplinare
che ottimizza la cura del paziente

All’interno della nuova edizione del nostro magazine l’intervista al dott. Francesco Amico, direttore UOC Cardiologia AOE Cannizzaro di  Catania
https://bit.ly/3Qsa0kc

Nei pazienti anziani la fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia più comune e spesso coesiste con numerose patologie associate. Da uno studio epidemiologico si è riscontrato che in media, nella popolazione di età maggiore a 65 anni con FA, è possibile diagnosticare la presenza di altre patologie concomitanti quali insufficienza renale, diabete, ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco e anemia.

Qual è l’impatto della coesistenza di diverse patologie nel trattamento del paziente con FA?


Nei soggetti fibrillanti è necessario prevenire l’insorgenza di eventi tromboembolici, a tal fine le linee guida Esc (Società Europea di Cardiologia) 2021 indicano l’utilizzo dei nuovi anticoagulanti orali (NAO).  L’ età avanzata dei malati e la presenza di patologie concomitanti, comportano un aumento del rischio di sviluppare eventi emorragici ed effetti collaterali, delineando così il profilo dei pazienti controindicati ai NAO. Questi ultimi pongono all’attenzione del clinico situazioni spesso estreme in cui non è possibile attuare la terapia farmacologica e nelle quali andrebbe, invece, valutata la strategia interventistica.

Come vanno gestiti questi pazienti?

Non esiste un trattamento standard della malattia ma l’ottimizzazione terapeutica nella cura del paziente. Il compito del medico è quello di considerare sempre il malato nel suo quadro clinico completo e non la singola patologia e/o la strategia terapeutica. Nel paziente con FA è fondamentale valutare la sua complessità clinica, soprattutto in presenza di comorbidità. Per questo creare un network intra ed extra-ospedaliero diventa fondamentale, poiché permette il coordinamento tra vari livelli assistenziali per la gestione completa del paziente in tutte le fasi della malattia.

Come offrire una terapia d’elezione ottimale?

Grazie alla creazione di un team multidisciplinare, altamente competente nei diversi ambiti coinvolti, capace di definire e condividere le caratteristiche del percorso di gestione integrata del paziente. Ciò permette, in coerenza con le linee guida basate sulle prove di efficacia disponibili, di poter scegliere il trattamento migliore per questi soggetti fragili che sono sempre più numerosi.

Quali strumenti utilizzare per creare o rafforzare il network?

Innanzitutto tramite la sensibilizzazione del territorio e una formazione continua sulle strategie alternative alla terapia orale, inoltre attraverso la conoscenza e l’esperienza condivisa di un gruppo di lavoro multidisciplinare. Guardare alla complessità di un malato attraverso lo sguardo esperto di chi è specializzato nei singoli aspetti, permette di avere una visione completa che porta a scegliere la strategia terapeutica ottimale per il singolo paziente.

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